Gli avvocati di Lops e Associati rispondono alle domande che i clienti pongono di frequente sul divorzio.

divorzio breve

Quali sono i tempi per chiedere il divorzio dopo la legge sul divorzio breve del 2015?

La legge sul divorzio breve del 2015 ha accorciato notevolmente i tempi per chiedere il divorzio: il termine per proporre la domanda di divorzio è di sei mesi, se il procedimento di separazione è stato consensuale; un anno, se il procedimento di separazione è stato giudiziale.

Da quando decorre il termine per chiedere il divorzio?

Il termine di un anno decorre dal giorno in cui i coniugi sono comparsi personalmente davanti al presidente del tribunale nella causa di separazione giudiziale.

Se la separazione è stata consensuale, anche il termine di sei mesi decorre dal giorno in cui i coniugi sono comparsi personalmente davanti al presidente del tribunale.

Se il procedimento di separazione si è svolto mediante negoziazione assistita da avvocati o davanti all'ufficiale dello stato civile, il termine di sei mesi decorre, rispettivamente, dalla data certificata nell'accordo raggiunto con negoziazione o dalla data dell'atto contenente l'accordo di separazione concluso davanti all'ufficiale dello stato civile.

la mia pratica di divorzio sarebbe semplice, ma mia moglie non vuole un accordo. Cosa posso fare?

Rivolgersi ad un avvocato, il quale - prima di instaurare un procedimento di divorzio giudiziale - inviterà sua moglie a trovare un accordo, eventualmente anche tramite la procedura di negoziazione assistita da avvocati.

Sto cercando un accordo per il divorzio, mia moglie insiste per avere un assegno di divorzio. questo cosa comporta?

La sua situazione concreta deve essere valutata con l’aiuto di un avvocato divorzista, il quale potrà aiutarla a considerare cosa stabilirebbe un giudice – sulla base della legge vigente - nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo sul divorzio congiunto. In questo modo lei potrà giungere ad un accordo davvero giusto ed equo.

Tenga presente che la titolarità di un assegno periodico di divorzio (non importa di quale ammontare) fa acquistare all’ex coniuge diritti sul TFR percepito dall’altro, nonché diritti sulla pensione di reversibilità

 

La giurisprudenza della Corte di Cassazione di recente ha enunciato un nuovo orientamento per la determinazione dell'assegno di divorzio.

sto valutando la possibilità di ricevere l’assegno di divorzio in un’unica soluzione. Come si calcola l' assegno una tantum?

Le parti possono concordare che l'assegno di divorzio venga corrisposto "una tantum", in un'unica soluzione.

L’ammontare di questo assegno viene liberamente stabilito dai coniugi, ma il tribunale dovrà verificare che l'importo sia equo. Non si può dunque prevedere una somma simbolica o sproporzionata rispetto alle condizioni economiche delle parti.

Un buon avvocato divorzista potrà consigliarla, valutando l’equità dell’assegno sulla base della capitalizzazione dell’assegno periodico al quale lei potrebbe ipoteticamente aver diritto.

Tenga inoltre presente che il coniuge che riceve l'assegno "una tantum" non può vantare successivamente alcuna pretesa patrimoniale. Lei non avrà quindi diritto ad una quota del TFR percepito dall’ex coniuge, né alla pensione di reversibilità.

Ed inoltre, non potrà in futuro proporre alcuna domanda di contenuto economico: per esempio, non potrà chiedere un aumento dell'assegno di divorzio, anche se peggiorano – per qualsiasi motivo - le sue condizioni economiche, o se migliorano le condizioni del suo ex marito.

Anche il suo ex marito, d'altra parte, non potrà proporre domande di contenuto economico: non potrà, per esempio, chiedere la riduzione dell'assegno pagato.

Percepisco un assegno mensile dal mio ex marito, presto andrà in pensione, quali sono i miei diritti sul suo TFR? inoltre si è risposato, ho diritti sulla pensione di reversibilità?

L’ex coniuge che – come lei – è titolare di un assegno periodico di divorzio ha diritto, se non è passato a nuove nozze, ad una percentuale del TFR percepito dall'altro coniuge all'atto della cessazione del rapporto di lavoro, anche se quest’ultima indennità viene a maturare dopo la sentenza di divorzio.

Tale percentuale è pari al 40% del totale, ma calcolato solo in relazione agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio (nella durata del matrimonio vanno ricompresi gli anni in cui i coniugi sono stati separati, perché il matrimonio dura fino alla pronuncia di divorzio).

Il coniuge divorziato che è titolare di un assegno periodico di divorzio e non è passato a nuove nozze, inoltre, ha diritto a percepire la pensione di reversibilità, se il rapporto di lavoro dal quale trae origine il trattamento pensionistico è anteriore alla sentenza di divorzio.

Se il coniuge superstite ha i requisiti per la pensione di reversibilità, dovrà chiedere al Tribunale di attribuirle una quota della pensione e degli altri assegni spettanti al coniuge superstite.

pago un assegno alla mia ex moglie per il mantenimento di nostro figlio. Oggi il ragazzo è maggiorenne e lavora, posso interrompere il pagamento dell'assegno?

Lei non ha più il dovere di pagare per il mantenimento di suo figlio, giacchè il giovane è autonomo, ma ciò deve essere accertato dal Tribunale, con un procedimento di modifica delle condizioni del divorzio. Per evitare ogni contestazione è bene rivolgersi subito ad un buon avvocato divorzista.

Il procedimento di modifica delle condizioni del divorzio potrà essere non contenzioso, se trova un accordo con la sua ex moglie.

pago un consistente assegno di divorzio alla mia ex moglie che vive con il suo nuovo compagno, dal quale ha avuto una bambina. Il nuovo compagno della signora è facoltoso, Io ho avuto problemi con il lavoro … devo continuare a pagare?

La legge prevede che è possibile chiedere una modifica delle condizioni del divorzio quando mutano le condizioni economiche degli ex coniugi.

Se i problemi che lei ha avuto con il lavoro hanno comportato una riduzione del suo reddito, può senz’altro chiedere una riduzione (o revoca) dell’assegno di divorzio.

Anche la convivenza della sua ex moglie con il nuovo compagno, se – come sembra, considerata anche la nascita di una figlia – ha carattere di stabilità, è una circostanza che può indurre il giudice a prevedere la riduzione o la revoca dell’assegno di divorzio a suo tempo previsto in favore della sua ex moglie. 


Vanda Lops, avvocato divorzista, fornisce consulenza sul divorzio ed ogni altra questione connessa con la fine del matrimonio, compresa la revoca del provvedimento di assegnazione della casa coniugale, la modifica dell'assegno di divorzio, il diritto dell'ex coniuge al 40% del Tfr e alla pensione di reversibilità, la divisione del patrimonio comune, fino alla tutela penale e civile per casi di maltrattamenti in famiglia, stalking ed altri reati endofamiliari.

 

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